E i libri?

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lucaliffo
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Re: E i libri?

Messaggio da lucaliffo »

sto libro dovrebbe essere interessante, oh, 24 anni fa eh...

"Chi è il capitano Ahab? Il «portatore di un atteggiamento scorretto verso le balene». Così risponde un esponente del «politicamente corretto». Noi ridiamo (meno rideremmo se ci trovassimo a vivere in una università americana). Ma poi ci chiediamo: come ha avuto origine questa devastazione mentale? È qualcosa di esotico e specificamente yankee o è qualcosa che conosciamo già anche troppo bene? Al di là dei suoi aspetti pittoreschi, e tipicamente americani, di tribalismo fondamentalista, il «politicamente corretto» non è che la manifestazione recente di un fenomeno che ha ormai una lunga storia, in gran parte europea: il bigottismo progressista. A partire dall’era reaganiana – divisa fra le opposte scemenze dei torvi falchi retrivi e delle ottuse colombelle liberal –, l’America è riuscita a elaborarne una variante particolarmente tenace, adattata al terreno, con il suo «turbinare continuo di rivendicazioni di identità». Secondo questa dottrina – mai apertamente enunciata ma ferocemente applicata –, tutto deve essere politicamente corretto: dai comportamenti sessuali ai gusti letterari, al modo di parlare, di vestirsi, di scrivere. Esisterebbe dunque un modo giusto di fare le cose, consistente anzitutto nell’adeguarsi ai desiderata di gruppi facinorosi e lamentosi d’ogni sorta, pronti a compattarsi in una maggioranza inquisitoria. Ma questa intenzione vale solo da facciata. Il pungolo segreto del «politicamente corretto» è l’insofferenza nei confronti di tutto ciò che ha una qualità – e per questo motivo stesso si distingue, operando una illecita discriminazione verso tutto il circostante. «In questo spirito» dice Hughes «potremmo purgare il tennis dei suoi sottintesi elitari: basta abolire la rete».
Della temibile voga del politicamente corretto non poteva esserci miglior evocatore, narratore e interprete di Robert Hughes, polemista formidabile e testimone lucidissimo. Dietro l’occasione, che appartiene ormai alla storia – spesso esilarante – del costume quotidiano, egli lascia intravedere una prospettiva non lieta su ciò che la cultura in genere rischia di diventare nel prossimo futuro.

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zivago

Re: E i libri?

Messaggio da zivago »

Ciao lucaliffo,
sai che forse qualcosa in comune l'abbiamo? ... Sarà mica grave? :boh:
Di Louis-Ferdinand Celine ho letto soltanto: “VIAGGIO AL TERMINE DELLA NOTTE”. Lo considero un capolavoro e rimane tra i miei romanzi preferiti: per la prosa non convenzionale, per l'orrifica visione della guerra, per le impietose considerazioni sulle meschinità umane, per la totale assenza di retorica.
Purtroppo mi rammarica l'antisemitismo di Celine (forse per questo di lui non ho letto altro); così come mi rattrista la misoginia del grandissimo Lev Tolstoj. Ma si sa che il valore, seppur grande, del lascito artistico, non sempre è coerente con la personale condotta dell'artista che lo ha prodotto.

Anch'io provengo da famiglie contadine e operaie (ricordo sempre ai miei figli che noi siam gente foggiata con falce e martello). Sono cresciuto in ambienti dove certo non si beveva tenendo il mignolo alzato; dove la parlata era quasi sempre dialettale; dove erano frequenti sia le metafore che gli espliciti riferimenti alle funzioni corporali di uomini e bestie. Io stesso per venticinque anni ho fatto l'operaio metalmeccanico. Erano tempi di grande immigrazione verso le fabbriche del nord; nelle officine, piene di operai e nessun robot, si sentivano, recitavano ed elaboravano, con ogni dialetto d'Italia, i più fantasiosi florilegi su santi e madonne. Di certo noi con la tuta blu (el tònic) non eravamo dei cicisbei e neppure oggi, che portiamo il colletto bianco, siamo tanto «diventati “perbene”». Non abbiamo scordato le nostre origini né rinnegato la nostra cultura; epperò se qualche travet bancario ha da insegnarci ancora qualcosa sul proletariato siamo disponibili ad ogni approfondimento.

Io penso che la volgarità sta più nell'atteggiamento che nell'effettiva ma spontanea espressione. Volgare è l'ostentata sguaiataggine, lo sfoggio della parola sconcia, il rutto forzato, il peto esibito. Non trovo volgari, perchè veraci e spontanei, i fraseggi dei “ragazzi di vita” di Pasolini; altrimenti considero grassi e volgari, perché artatamente calcati a uso editoriale, certi dialoghi di quel Bukowski che invece nella vita era tutt'altra persona di come si rappresenta nei suoi romanzetti.
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L'Appiedato
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Re: E i libri?

Messaggio da L'Appiedato »

@lucaliffo...interessante, grazie per la segnalazione
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lucaliffo
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Re: E i libri?

Messaggio da lucaliffo »

zivago,
molti nella vita sono diversi rispetto ai loro romanzetti. ma io preferisco di gran lunga un buk, cattivo nei romanzi ma buono nella vita, che un kerouac, buono nei romanzi ma infame e malato nella vita.

poi la scorrettezza di buk ha una funzione provocatoria, è un ceffone a quella massa di giovani sinistri che frequentava (e che erano avidi dei suoi libri) per vedere se si svegliavano e capivano che stavano piano piano rendendo la società un insopportabile rete di nuovi dogmi, nuovi conformismi, nuovi doveri, nuovi moralismi, nuovi regimi, nuove crudeltà, nuove prigioni... cose di cui dicevano di ribellarsi.
direi che kerouac è stato la coscienza della generazione ribelle, buk il suo inconscio.
e a me interessa più quest'ultimo (perchè la coscienza è visibile chiaramente), oltre che essere infinitamente più divertente.
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Re: E i libri?

Messaggio da L'Appiedato »

In onore del nostro @spiritolibero ho da poco terminato Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Non credo, in realtá, che la celebre frase "tutto deve cambiare perché nulla cambi" descriva bene questo libro poiché, in Sicilia e in Italia in generale, tanto é cambiato dopo l'Unità nazionale. È stato un cambiamento in meglio? Il protagonista di questo romanzo e forse lo stesso autore sembrano avere dei dubbi a riguardo.
Come sempre l'imprescindibile video :geek2:
https://youtu.be/wMBpVx1xzg8
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Re: E i libri?

Messaggio da spiritolibero »

Ottima recensione come al solito! :thumleft:

L'incapacità di rinnovarsi dell'aristocrazia è stata concausa della decadenza di tutto il mezzogiorno. Si, d'accordo, i Piemontesi si comportarono come vincitori di guerra su di un territorio annesso, ma le classi nobiliari piuttosto che governare e dirigere il cambiamento, ed avevano i mezzi culturali e sociali per farlo, lo subirono finendone schiacciate.
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Re: E i libri?

Messaggio da Ericradis »

È uscito il libro di Panetta. Mi ispira, qualcuno lo ha letto?
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Re: E i libri?

Messaggio da spiritolibero »

Ericradis ha scritto: mer 17 gen 2018, 18:50 È uscito il libro di Panetta. Mi ispira, qualcuno lo ha letto?
Aspetto prima la recensione dell'appiedato. :)
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Re: E i libri?

Messaggio da Liddy »

Io mi appresto a leggere questo romanzo. Personalità multiple... sono io Immagine♀️Immagine


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Re: E i libri?

Messaggio da L'Appiedato »

spiritolibero ha scritto: gio 18 gen 2018, 1:09
Ericradis ha scritto: mer 17 gen 2018, 18:50 È uscito il libro di Panetta. Mi ispira, qualcuno lo ha letto?
Aspetto prima la recensione dell'appiedato. :)
al momento però sto ultimando la lettura di un libricino, di un libercolo...un certo "Guerra e Pace" :joint:
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