1) se speculo rischio di perdere a favore di altri speculatori che stanno lì liberamente con la speranza di fottermi. se vinco fotto chi mi vuole fottere. quindi non vedo problemi etico-morali. è come la lotteria o il totocalcio.lore75 ha scritto: mer 30 ago 2017, 14:45Le transazioni sono esentasse. Ad oggi almebo. La transazione alla fine e'assimilabile a un baratto tra un bene e una stringa alfanumerica di 33(credo) caratteri o cifre.zivago ha scritto: mer 30 ago 2017, 8:03 Mi viengono da fare alcune domande sulle transazioni tramite questa valuta virtuale.
Nelle vendite o acquisti con incassi o pagamenti fatti con bitcoin, come vengono emesse le fatture?
Dando o prendendo bitcoin come si pagano poi le tasse (IVA e IRPEF)? E come si conteggiano gli imponibili dato che il loro valore è così fluttuante?
Le translazioni fatte con questa valuta non sono un modo per aggirare il fisco?
Dal punto di vista etico-morale è una pratica edificante raddoppiare la propria ricchezza, grazie alla speculazione, senza essersela sudata col proprio lavoro?
E' etico raddoppiare i propri soldi con la speculazione visto che rischi contemporaneamente di perdere la tua ricchezza per intero.
2) a livello macro la "speculazione" ha la benefica funzione di rendere liquido il mercato dell'approvvigionamento finanziario di stati e imprese.
3) i problemi sorgono solo quando grosse istituzioni speculano in modo illiberale, antimercato, per mettere in ginocchio imprese o stati.
4) l'esistenza e la compravendita di titoli di credito e derivati c'era già fra i sumeri (2000 anni prima dell'invenzione della moneta metallica) ed era regolata nel codice di hammurabi.
5) lacci e lacciuoli imposti dall'islam alle attività creditizie forse sono alla base dell'arretratezza di certi paesi.

