lucaliffo ha scritto: gio 31 ago 2017, 15:19
x zivago.
a me piace parlare di queste cose, stiamo parlando di "filosofia", mettendo a nudo il nucleo del significato di parole e azioni.
forse 30 anni fa la pensavo più come te, ma proprio il nostro egualitarismo poi mi ha convinto a prendere in considerazione il pensiero altrui, o di altre Culture, e a mettere in gioco quello che era il mio. in modo asettico, depurandomi dalla tifoseria.
la realtà è complessa e sia per tentare di capirla (piano teorico) sia per decidere azioni (piano pratico) ci creiamo dei MODELLI.
tu qui hai usato il modello basato sulla dicotomia etico/antietico, dando tue definizioni arbitrarie e effettuando una DISCRIMINAZIONE (renditene conto).
io ho una formazione psicoanalitica e l'altro giorno ho usato un modello basato sulla dicotomia sano/malato (a proposito di quelli che nei dibattiti rifuggono modi e contenuti diversi dai loro) effettuando una discriminazione. e tu mi hai condannato.
ora mi potresti spegare secondo quali parametri scientifici/obiettivi la tua discriminazione è buona e la mia cattiva?
Ciao
lucaliffo,
domandare è lecito, rispondere è cortesia.
Allora ti rispondo, anche se ho qualche difficoltà nel riuscire a soddisfarti.
Devi sapere che io ho fatto le scuole serali e dunque non ho una sufficiente preparazione per dimostrare, in termini scientifici/obiettivi, se quel che ho affermato sia esatto o no.
Ti ho criticato, è vero. Ma un osservazione antitetica non è necessariamente un'ingiuria, anzi: può essere uno stimolo al rendere più convincenti le proprie tesi o un'occasione per riconsiderarle.
Ho semplicemente espresso il mio parere su come si dovrebbe interloquire con persone che hanno sensibilità emotive ed estetiche diverse dalle nostre.
In certi casi la forma è anche sostanza. Consuetudini più o meno giuste impongono che le discussioni, ancorché vivaci, mantengano un tono sobrio, se si vuol continuarle, magari allargando l'uditorio. Dovremmo cioè contenere entro dei limiti certi termini o fraseggi, anziché calcarli per dispetto; il che non esclude la schiettezza, né farci scadere in un vacuo birignao.
“Le parole sono pietre” scriveva Carlo Levi: cioè possono ferire come e più delle sassate e non tutti sono in grado di sostenere la sassaiola; molti, non per mancanza di proiettili o viltà, preferiscono tirarsi da parte.
Dico cose giuste? Oppure sbagliate? Dipende dai punti di vista: che' la visione a tuttotondo suppone il doversi muovere dalla propria fissità; implica appunto il considerare l'oggetto da altre visuali.
Io espongo le mie convinzioni ma
NON VOGLIO VINCERE e
NON VOGLIO AVER RAGIONE; voglio casomai
convincere ma con la disposizione ad essere
sconvinto.
Caro
lucaliffo, tu ed io vediamo la vita e il mondo in modo assai diverso. La pensiamo differentemente sul nostro sport, sul sociale, sulla politica, sui costumi, sulla sessualità, sull'informazione, le letture, la cultura… perfino i nostri gusti musicali divergono. Vogliamo metterci dell'altro per esasperare le nostre dicotomie?
È evidente che noi due veniamo da contesti sociali, politici e culturali diversi; credo che pesi anche la nostra distanza anagrafica, non eccessiva ma che, nell'età formativa, ci ha fatto vedere e vivere gli accadimenti di 30-40 anni fa in modo differente. Ebbene che c'è di male?
Accettiamo con serenità le nostre differenze, casomai, come già ti dissi, valorizziamole. Facciamo in modo che nel contesto di un
forum possano essere complementari: dunque qualificanti, in meglio, questa “tavola rotonda”.
Questo è tutto quel che so spiegarti e, sull'argomento, lascio a te l'ultima parola.