Personalizzazione allenamento (resistenti vs veloci)

L'allenamento per tutte le altre distanze e la tecnica di corsa
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spiritolibero
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Re: Personalizzazione allenamento (resistenti vs veloci)

Messaggio da spiritolibero »

Ma siete seri? :blink:
Non credo sia normale vomitare dopo un allenamento tirato. Probabilmente non è passato abbastanza tempo dall'ultimo pasto. Oppure le cause sono da ricercarsi in stati patologici dell'apparato digerente.
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Re: Personalizzazione allenamento (resistenti vs veloci)

Messaggio da Bixio68 »

Ericradis ha scritto: sab 20 mag 2017, 8:54
chippz ha scritto: ven 19 mag 2017, 22:41
Comunque un altro velocista mi disse che lui vomitava dopo ogni allenamento e che, in qualche modo, solo i velocisti sono in grado di vomitare. E' vero? Com'è possibile? :D
Se vomita dopo OGNI allenamento c'ha l'ernia iatale.
Io ce lo (non mi faccio mancare niente) ma non ho mai vomitato. Un pò di acidità in più dopo allenamenti più tirati la sento.
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Re: Personalizzazione allenamento (resistenti vs veloci)

Messaggio da Zedemel »

spiritolibero ha scritto: dom 21 mag 2017, 11:10 Ma siete seri? :blink:
Non credo sia normale vomitare dopo un allenamento tirato. Probabilmente non è passato abbastanza tempo dall'ultimo pasto. Oppure le cause sono da ricercarsi in stati patologici dell'apparato digerente.
Ma sono conati da sforzo, non è legato alla digestione :-)
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Re: Personalizzazione allenamento (resistenti vs veloci)

Messaggio da Mad Mat »

...infatti, credo non centri proprio nulla con la digestione. Io spesso ho avuto conati in arrivi con volata.
Diciamo che in campestre è molto facile che mi succeda.
Io li assoccio a sforzi molto muscolari.
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Re: Personalizzazione allenamento (resistenti vs veloci)

Messaggio da Ericradis »

Come non è legato all'apparato digerente?! Si vomita o per la suddetta ernia iatale.(il contenuto acido dello stomaco per la pressione addominale aumentata dallo sforzo risale nell'esofago dove non dovrebbe stare scatenando l'urto del vomito). Oppure, se si è mangiato di recente, il sequestro ematico procurato dai muscoli toglie sangue allo stomaco e intestino che smettono di lavorare. Si innesca quindi il "riflesso nervoso vagale" che stimola il tubo digerente a svuotarsi o da una parte o dall'altra. La stessa cosa può succedere se si hanno valori alti di corpi chetonici.
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Personalizzazione allenamento (resistenti vs veloci)

Messaggio da Mad Mat »

Certo l'apparato digerente è coinvolto.
Ma, nel mio caso (e in quello del velocista) avrei pensato all'acidosi metabolica. (Se ho capito bene la tua terza ipotesi)
Oh, magari è impossibile, ma io non ho mai rigettato nulla, neppure con conati dolorosi.

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Re: Personalizzazione allenamento (resistenti vs veloci)

Messaggio da Zedemel »

Ericradis ha scritto: lun 22 mag 2017, 10:02 Come non è legato all'apparato digerente?! Si vomita o per la suddetta ernia iatale.(il contenuto acido dello stomaco per la pressione addominale aumentata dallo sforzo risale nell'esofago dove non dovrebbe stare scatenando l'urto del vomito). Oppure, se si è mangiato di recente, il sequestro ematico procurato dai muscoli toglie sangue allo stomaco e intestino che smettono di lavorare. Si innesca quindi il "riflesso nervoso vagale" che stimola il tubo digerente a svuotarsi o da una parte o dall'altra. La stessa cosa può succedere se si hanno valori alti di corpi chetonici.
A me capita lontano dalla digestione, ma è solo urto del vomito quando la respirazione diventa intensissima, ma poi in realtà non vomito
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Re: Personalizzazione allenamento (resistenti vs veloci)

Messaggio da spiritolibero »

lucaliffo ha scritto: lun 25 set 2017, 22:36 c'è anche il caso di spiritolibero... anche lì l'ex allenatore "sei un fondista!" :roll:
Zedemel ha scritto: mar 26 set 2017, 8:25 Penso che ci siano differenze fisiologiche, non enormi, e differenze legate all'allenamento, non so se l'amatore da 60-70km alla settimana è sufficientemente ottimizzato su un 10.000.

Rispondo qui visto che Luc mi ha tirato in ballo... ...balliamo.
Nella valutazione della tipologia d'atleta conta anche la sua storia sportiva che influisce tantissimo.
L'errore in cui incorre il mio vecchio allenatore è quello di affidarsi ciecamente a una media statistica, secondo cui gli amatori superati i 30 anni si dedicano in massima parte alle corse di fondo o, tutt'al più, di mezzofondo prolungato. La vulgata comune è che la velocità e soprattuto il mezzofondo veloce in pista siano cose riservate ai "giovani".

Tuttavia, se si fa un'analisi dettagliata della mia storia atletica si nota che:
- fino a 18 anni ho praticato come sport principale la pallavolo
- a scuola me la cavavo benino nei salti in estensione (2,30m nel salto in lungo da fermo - 7,80m nel triplo - il tutto sulle dure mattonelle, altro che pedane e fosse :lol: )
- durante l'università ho praticato il nuoto nella specialità dei 50sl e 100sl
- per 5 anni ho giocato a tennis

Cosa hanno in comune tutte queste attività? Che consistono in tantissimi brevi sforzi intensi, fino al massimo di 1'30", seguiti da pause più o meno ampie. Il tutto ripetuto in un lungo arco di tempo. E inoltre comportano un notevole sviluppo delle capacità coordinative.
Questa la mia base di partenza quando ho iniziato a dedicarmi alla corsa a novembre 2015.
Ora, certamente il mio fisico non è predisposto alla corsa di fondo. Può diventarlo? Ci ho provato per la verità, ma, ad aprile di quest'anno ho avuto un'infiammazione al tendine del ginocchio. Infortunio avvenuto non in una serie di ripetute o in un "corto veloce", bensì durante un lungo di 18km.
Andando avanti con gli allenamenti, nei mesi successivi, accusavo sempre fastidi durante le corse lunghe. Casualità? Io non credo.
Tant'è vero che con Luc teniamo sotto strettissima sorveglianza queste sedute.

Cosa fare quindi? Insistere sul condizionamento del fisico per orientarlo al fondo, rischiando altri problemi, oppure propendere per qualcosa che il corpo riconosce come più familiare? Con Luc abbiamo optato per quest'ultima alternativa.
La scelta è suffragata dall'andamento degli allenamenti, laddove si evidenziano scarti molto alti al raddoppio della distanza di corsa: in questo momento ho uno scarto teorico di 20" -e forse anche qualcosa in più- tra 1500 e 3000, nonostante li abbia allenati insieme).
In più, le capacità coordinative che ho acquisito negli anni precedenti mi aiuteranno anche per acquisire la tecnica di corsa in pista propria del mezzofondo.

Ad abundantiam, aggiungiamo il fattore "genetico". Andando a fare un'indagine storica della mia famiglia ho scoperto che:
- mia madre nei lontani anni '60 vinse una gara interscolastica sui 60m (tempo ignoto)
- mio fratello corre con facilità assurda i 200m, ma ha fatto una fatica allucinante per preparare i 1000m per il concorso per carabiniere, anche se li ha chiusi in 3'13.
- mia cugina è un'altra naturale "velocista". Lo scorso anno si è sparata un 15" e spiccioli sui 100m ma con 0 allenamenti.

Io non sono uno sprinter, ma la presenza di tutti sti parenti stretti "velocisti" qualche indizio sulla composizione delle fibre muscolari ce lo dà.


Ecco, è uscito un papirone, ma vi consiglio di fare un'indagine del genere anche su voi stessi. Magari potreste avere delle sorprese. :study:
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Re: Personalizzazione allenamento (resistenti vs veloci)

Messaggio da Zedemel »

Indubbiamente se si tende ad un determinato fastidio/infortunio bisogna adeguarsi di conseguenza.
Inoltre spesso erroneamente si vede uno che magari è meno di 60kg e allora...... sei leggero fai sport di resistenza. :)

Se prendiamo atleti top nelle varie specialità, le differenze tra distanze brevi o lunghe stanno nell'ordine di qualche secondo al km, non di decine, per quello che mi viene da dire che per l'amatore parte del gap sia legato alla preparazione non ottimale per l'aumentare della distanza (anche solo il peso penso incida diversamente su un 1500 o su un 10.000).

Io da ragazzino giocando a calcio ero quello in affanno i primi 5-10 minuti, poi ero costante e avrei potuto giocare per due partite.
A quel tempo pensavo che era questione di rompere il fiato, forse adesso potrei supporre che gli altri erano più esplosivi a inizio partita e poi calavano inesorabilmente.
Poi dopo aver smesso, alle superiori il prof ci faceva fare il test di Sergeant, e pur non allenandomi avevo fatto 60cm (secondo della classe credo).
Non dimenticherei il fattore indole, a me son sempre più piaciute, anche da guardare, le specialità di resistenza piuttosto che sprint, poi va a capire se è l'indole che determina una predisposizione, o la predisposizione che determina l'indole :)
Non saprei, magari proverò a fare un 1500 per curiosità. :)
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Re: Personalizzazione allenamento (resistenti vs veloci)

Messaggio da lucaliffo »

zede,
le differenze sono di pochi secondi al km se prendi come base mezzofondisti prolungati o fondisti.
se prendi come base 800isti le cose possono cambiare drasticamente.
lo scarto 800-10k di spuffy è 30"... ma se prendi 800isti da 1'48 è difficile che scendano sotto 3'20 nei 10k (scarto 65").
anzi gente come fiasconaro o juantorena i 10k li facevano in 35' (scarto 80").
negli ultimi 50 anni l'unico 800ista top che se la cavava benino anche nei 10k era bucher (1'42 - 30'xx, scarto 55")

spirito,
ma con 7.80 di triplo da fermo come facevi a fare solo 2.30 di lungo?
io a 15 anni (sul cemento) facevo 8.10 e oltre 3.
feci 2.90 qui al parco qualche anno fa, momento in cui non correvo e facevo più forza.
allenatore, personal trainer

http://ilcorsarotraining.blogspot.com.br/