zivago ha scritto: ↑gio 7 dic 2017, 12:10
Quando Pavlov suonava un campanello, il suo cagnolino cominciava a salivare e scodinzolare…
Succede così anche quando si discute attorno a questioni “politiche”.
Non importa quale sia l'argomento del discorrere, non conta lo svolgimento logico, non interessano le ovvie conclusioni; più di tutto conta da che parte viene la voce.
Se il dicitore è ritenuto di parte contraria alla propria, allora scatta il
riflesso condizionato: sale la canea a sovrastare la voce indesiderata; si mobilitano i
supporters; le truppe di riserva giungono,
stringendosi a coorte, in difesa dello zio di turno.
In queste occasioni i vocianti, altrimenti silenti, con ferrea certezza imputano alla parte avversa le colpe di ogni male. Questi torquemada in sedicesimo additano precisamente gli avversari da combattere; meno espliciti sono invece nel definire la loro appartenenza politica o ideale, nel fare nomi e cognomi delle loro formazioni o
leader di riferimento. Hanno le idee molto chiare sulle colpe e responsabilità dei
nemici del popolo; sono invece vaghi nell'indicare gli amici a cui dobbiamo affidarci; così come sono fumosi nel proporre concrete soluzioni ai problemi che con tanta sicurezza svelano.
Vedi Zivago, io a differenza tua, non ho certezze politiche e ho grandi dubbi circa chi voterò alle prossime elezioni. Quindi abbaio quando vedo o leggo cose che non mi piacciono. E immagino anche altri cagnolini pavloviani come me che scrivono.
Non Chiederci La Parola
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
Montale