Economia e Finanza

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lucaliffo
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Re: Economia e Finanza

Messaggio da lucaliffo »

a proposito del tema "amore per il lavoro", vi faccio dono di un estratto dal mio racconto "la caduta degli idoli" (tratto dal libro "estremo occidente") :D


Pietro e la puttana da cinquecento andarono via e arrivò il Finanziere.
- Aho, non vedo l’ora di andarmene da ‘sto paese di merda! –
- Da quanto convivi? –
- Due anni fa mi sono portato a Roma la tipa, è rimasta incinta, a gennaio è nato il bambino e ho deciso di vivere qui. Che stronzata! Non siamo sposati, conviviamo… ma tu come fai a saperlo? –
- Beh, mica bisogna essere un genio. Quando a uno gli rode il culo, o è sposato o convive. –
- Nooo, ma lei è una brava ragazza. Il problema sono i soldi. L’altro giorno il bambino stava con la febbre, l’ho portato alla Probaby, tremila reais mi hanno fottuto! –
- E non lo potevi portare all’ospedale pubblico o a una clinica che costa meno? –
- Mia moglie ha detto che la Probaby era la meglio… poi, di affitto pago millecento al mese. –
- E la madonna! E che c’hai, un attico con sei camere? –
- Ma de che? Due camere sulla Joao Pondè. –
- Ti stanno truffando. Ma chi te l’ha trovato l’appartamento? –
- Mia moglie… e a carnevale vogliono pure mille reais in più. E perché, le macchine? Hai visto che sono più care che in qualsiasi altro posto del mondo? –
- E’ vero, però, se ti fai un fiestino usato… -
- Nooo, voglio comprare una macchina nuova, almeno un duemila di cilindrata, mia moglie dice che le macchine usate sono una “sola”. E poi, hai visto quanto costano le domestiche e le babysitter? Mia moglie soffre di costanti dolori alla schiena e non può fare sforzi. Per rilassarsi va a passeggiare ogni giorno allo Shopping, si porta appresso pure domestica e babysitter. Hai visto quanto costano gli hamburger allo Shopping? –
- Lo so: hamburger e coca per tre persone sono trenta reais, novecento al mese… sperando che non se ne vadano pure al cinema-
- E il filetto? E’ arrivato a venti reais al chilo. –
- E perché non compri il cruz machado? –
- Mia moglie mangia solo filetto. E perché, il telefono? Arrivano bollette da cinquecento reais.
- Io pago cinquanta. –
- Mia moglie deve telefonare ai parenti al cellulare. L’altro mese siamo andati fuori una settimana e abbiamo lasciato a casa la sorella di mia moglie. Mi ha fatto trecento reais di telefonate. Io non gli dico niente, sono brave ragazze. Solo che mia moglie ha cominciato a rompere il cazzo. Diceva che uscivo troppo, allora mi sono comprato il computer. Ha cominciato a lamentarsi che sto sempre dentro casa. Dice che devo andare a lavorare. –
- Ma non prendi la pensione? –
- Sì, millecinquecento euro al mese. –
- Cazzo, qua in Brasile sono soldoni. –
- No, basta, me ne torno in Italia. –
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spiritolibero
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Re: Economia e Finanza

Messaggio da spiritolibero »

Io l'avrei già mandata dove sai tu... :lol:
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zivago

Re: Economia e Finanza

Messaggio da zivago »

Ciao lucaliffo,
grazie per il racconto che ci hai donato.

Pur trattandosi di un estratto ha una forza espressiva che rende bene il sentimento dell'autore. :thumleft:
Più di tutto stimola alla riflessione su un tema che in questo forum è poco sondato e ancor meno discusso. :D
Scrivendolo a cosa ti sei ispirato? È una narrazione di fantasia o ha un fondo autobiografico? ;)
lucaliffo
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Re: Economia e Finanza

Messaggio da lucaliffo »

ti ringrazio zivago, quando siamo in pace è gradevole discorrere.
è tutto vero, quasi parola per parola (le singole parole dette non posso ricordarmele, mica vado in giro col registratore!). è rarissimo che io scriva cose di fantasia.

quel tizio era un giovin-pensionato delle FFGG. l'episodio risale a una decina di anni fa, poi se ne tornò davvero in italia e non ne seppi più notizie.

poi oh, un racconto non è una tesi di sociologia nè un'indagine statistica esauriente. io sono stato più accurato nella scelta delle madri dei miei figli... oddio, non che i soldi (altrui) facciano loro schifo, però sono molto più moderate di quella là :felice:
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Ericradis
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Re: Economia e Finanza

Messaggio da Ericradis »

zivago ha scritto: lun 12 feb 2018, 12:18
Ericradis ha scritto: ven 9 feb 2018, 20:42 Qualche giorno parlavo con un amico del fatto che nella nostra cerchia di conoscenze ci sono alcuni che per scelta non lavorano. Si tratta di gente che vive, anche abbastanza agiatamente, di rendita. Soldi perlopiù ereditati dai genitori. (Da queste parti, nelle generazioni precedenti, diverse persone si sono arricchite). Sono anche persone che potrebbero collocarsi nel mercato del lavoro abbastanza facilmente, sono laureati e qualcuno ebbe anche significative esperienze di lavoro.
Ora, il mio amico trovava eticamente inaccettabile che persone ancora giovani non lavorino. Io invece ribattevo che se una persona ha una rendita che gli permette di vivere bene lui e la sua famiglia è eticamente giusto che non lavori. La sua ricchezza viene in parte distribuita con i suoi consumi e lui lascia anche libero un posto di lavoro per chi ha effettivamente necessità di lavorare.
Che ne pensate voi?
Ciao Ericradis.
Conosco anch'io qualcuno che vive di rendita. Non considero delle belle persone chi vive senza lavorare, chi campa esclusivamente a spese di altri (foss'anche ereditando); in genere è gente meschina, sempre gelosa del proprio privilegio, quasi mai generosa, propensa alla slealtà, finanche alla disonestà. Ne troviamo esempi anche in letteratura: il Don Rodrigo del Manzoni, L'Avaro di Moliere, Il Giocatore di Dostoevskij, I Vicerè di De Robetro, Gli indifferenti di Moravia, i personaggi de Lo scialo di Pratolini.
Guarda caso la descrizione che hai fatto di chi vive di rendita corrisponde a quella che farei di alcune persone che conosco che, pur avendo capitali in saccoccia che gli permetterebbero di non lavorare, continuano a stare attaccati alla loro professione magari anche oltre i termini per andare in pensione.
Zedemel
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Re: Economia e Finanza

Messaggio da Zedemel »

Ericradis ha scritto: lun 12 feb 2018, 18:21
Guarda caso la descrizione che hai fatto di chi vive di rendita corrisponde a quella che farei di alcune persone che conosco che, pur avendo capitali in saccoccia che gli permetterebbero di non lavorare, continuano a stare attaccati alla loro professione magari anche oltre i termini per andare in pensione.
meglio non sperperare, ma come spesso dico.... non ci si porta i soldi nella cassa :twisted:
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zivago

Re: Economia e Finanza

Messaggio da zivago »

Ciao Ericradis e Zedemel,

mi sembra che diate al lavoro una valenza meramente economica. Per me invece lavorare va oltre il bisogno pecuniario. Io non voglio lavorare solo per la pagnotta: voglio lavorare per esprimere le mie capacità, per realizzare i miei progetti, per avere degli obiettivi, per sentirmi utile, per essere indipendente e autosufficiente.
Trovo triste concepire la fase lavorativa come una tappa, un ponte verso la pensione: credo che, a parte l'infanzia, si dovrebbe lavorare in ogni periodo della vita. È sempre stato così: contadini, artigiani, operai, massaie, artisti, intellettuali, scienziati, politici, militari, preti, e anche atleti… finché han potuto e sono stati in salute hanno sempre lavorato fino alla fine.

Se mi guardo attorno vedo che le persone che meglio vivono e invecchiano sono quelle che lavorano: quelli che hanno quotidiani impegni da assolvere; quelli che devono realizzare cose per necessità proprie e altrui esigenze; quelli che apprezzano, perché lavorano, il sollievo della domenica e la promessa di una vacanza.

Trovo assurdo il ragionamento che sostiene la necessità di andar presto in pensione per lasciar posto ai giovani. I vecchi non tolgono quello che non c'è: da che mondo è mondo il lavoro è creato dall'iniziativa, l'intraprendenza, l'imprudenza e il coraggio dei giovani. Gli anziani vanno per conto loro, battono vecchie strade non più adatte ai giovani; tutt'al più possono, se lavorano, trasmettere la loro esperienza e incoraggiare con buoni esempi.

Al momento io, che il prossimo giugno compirò 63 anni, avrei davanti per la pensione ancora 4-5 anni di lavoro. Potrei con l' APE (Anticipo Pensionistico volontario) già essere un pensionato e, dico il vero, qualche volta ne sono tentato. Più della voglia di un meritato riposo (ho cominciato a lavorare a 14 anni) mi tenta la sicurezza di un reddito modesto ma certo. Però finché riesco a procurarmi del lavoro con sufficiente continuità preferisco lavorare. Arrivo a dire che, se ne avessi sempre, vorrei lavorare fino alla fine dei miei giorni. Dovendo (e potendo) scegliere come morire vorrei che la morte mi colga alla fine della mia ultima giornata lavorativa.

P.S. I mie figli mi pressano perchè vada in pensione: così da poterli aiutare nella gestione dei miei nipoti. Io resisto; sono convinto che sia meglio avere un nonno lavoratore (e podista :D ) piuttosto che un nonnino pensionato.
Mia moglie fa la colf (un eufemismo per non dire "serva"): è un lavoro molto duro... eppure nemmeno lei è ansiosa per l'andare presto in pensione.
Zedemel
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Re: Economia e Finanza

Messaggio da Zedemel »

@zivago
il lavoro non è questione meramente economica se uno fa ciò che gli piace, altrimenti per usare un termine del solito Albanesi, è una "condanna sociale".
Se si proponesse stipendio uguale per stare a casa, per così dedicarsi ad una qualche passione personale (anche lavorativa), credo che il 98% delle persone non farebbe ciò che fa.
Mutante sovrumano
zivago

Re: Economia e Finanza

Messaggio da zivago »

Zedemel ha scritto: mar 13 feb 2018, 13:47 @zivago
il lavoro non è questione meramente economica se uno fa ciò che gli piace, altrimenti per usare un termine del solito Albanesi, è una "condanna sociale".
Se si proponesse stipendio uguale per stare a casa, per così dedicarsi ad una qualche passione personale (anche lavorativa), credo che il 98% delle persone non farebbe ciò che fa.
Ciao Zedemel,
ma quello stipendio, cioè il reddito prodotto dalla "condanna sociale", chi dovrebbe sudarlo?
Tu consiglieresti ai tuoi figli di starsene a casa e dedicarsi a far solo quello che a loro piace?
E le cose che a nessuno piace fare a chi toccherebbero?
Chi dovrà coltivare quello che mangiamo? Chi trasformerà le materie prime? Chi si occuperà dei trasporti? Chi costruirà le nostre case e farà in modo che siano riscaldate e illuminate? Chi smaltirà i rifiuti? Chi assisterà i malati? Chi farà la fatica di imparare e insegnare le tante cose poco appassionanti eppur indispensabili al nostro comodo vivere?
Cosa sarebbe una società con il 98% delle persone dereponsabilizzate, senza impegni da onorare, senza la cognizione della fatica, senza il senso morale del giusto e necessario operare?
Zedemel
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Re: Economia e Finanza

Messaggio da Zedemel »

zivago ha scritto: mar 13 feb 2018, 16:13
Zedemel ha scritto: mar 13 feb 2018, 13:47 @zivago
il lavoro non è questione meramente economica se uno fa ciò che gli piace, altrimenti per usare un termine del solito Albanesi, è una "condanna sociale".
Se si proponesse stipendio uguale per stare a casa, per così dedicarsi ad una qualche passione personale (anche lavorativa), credo che il 98% delle persone non farebbe ciò che fa.
Ciao Zedemel,
ma quello stipendio, cioè il reddito prodotto dalla "condanna sociale", chi dovrebbe sudarlo?
Tu consiglieresti ai tuoi figli di starsene a casa e dedicarsi a far solo quello che a loro piace?
E le cose che a nessuno piace fare a chi toccherebbero?
Chi dovrà coltivare quello che mangiamo? Chi trasformerà le materie prime? Chi si occuperà dei trasporti? Chi costruirà le nostre case e farà in modo che siano riscaldate e illuminate? Chi smaltirà i rifiuti? Chi assisterà i malati? Chi farà la fatica di imparare e insegnare le tante cose poco appassionanti eppur indispensabili al nostro comodo vivere?
Cosa sarebbe una società con il 98% delle persone dereponsabilizzate, senza impegni da onorare, senza la cognizione della fatica, senza il senso morale del giusto e necessario operare?
in un'ottica futura e futuribile sempre più lavori potranno essere automatizzati, cioè la stessa ricchezza verrà prodotta da macchine invece che da persone. A quel punto o le persone avranno un reddito di base a prescindere (redditi di cittadinanza o come li vogliono chiamare a seconda delle formazioni politiche) oppure avremo tanto disoccupati e lì non so come andrebbe a finire.
Questo perché ormai la tecnologia consente di automatizzare anche i servizi, e oltre i servizi non c'è altro. Ovviamente queste cose non accadono da un giorno all'altro, ma sono temi sempre più affrontati, anche in paesi che non sono certo di sinistra.

Finché c'è lavoro, ritengo normale che si debba lavorare, ma non è detto che in uno scenario futuro sia così. Forse tu fai qualcosa che ti piace, ma considera che ci sono milioni se non miliardi di persone che sono in una catena di montaggio (reale o fatta di scrivanie col pc).
Credo poco alla deresponsabilizzazione, o meglio, se uno è portato a esserlo lo è comunque. E spesso è legato al fatto che non si trova una propria strada, proprie passioni a cui dedicarsi.
Capisco però che possa essere preso per fantascientifico, ma io la vedo abbastanza così, la gente è scazzata, demotivata, una volta la vita era forse più tosta ma almeno ti sbattevi per degli obiettivi, ti costruivi la casa anche se facevi l'operaio, obiettivi oggi impossibili. Il lavoro era il mezzo per un fine molto più grande, ora non credo sia più così in molti casi, per cui bisogna trovare le passioni altrove.... forse.
Mutante sovrumano