nella calma serafica pace e amore di barra grande cosa mi sono letto? "ROMA: DISTRUGGI CARTAGINE"
di david gibbins, archeologo anglo-canadese. lo definirei B-literature, molta azione, molto splatter (eccessivo), trombate tendenti a zero. ma l´autore ha venduto diversi milioni di copie tanto che abbandonó l´attivita di ricerca e l´insegnamento universitario.
e leggere roba leggera mi rilassa, con la roba pesante ho dato fin troppo.
di lui l´anno scorso lessi "attila" che era migliore... come molto migliori sono i romanzi di valerio massimo manfredi, rimanendo nel genere.
il libro copre i decenni che vanno dalla battaglia di pidna (168 ac), in cui i romani sconfissero i greco-macedoni, alla distruzione definitiva di cartagine (146 ac) ad opera di scipione emiliano nella 3a guerra punica.
alcune cose a mio avviso interessanti:
- la (ipotizzata o certa?) conoscenza romana di alcuni artefatti tecnologici "moderni", come occhiali, telescopio, macchina a vapore
- le infinite e violente beghe politiche interne a roma, una masnada di figli di mignotta, criminali e traditori (pure della patria), uno sguardo ben piú realistico rispetto alla narrazione classica della roma "inventrice del diritto e della civiltá" (non l´ho scoperto co´ sto libro eh...). al punto che il riarmo di cartagine fu sponsorizzato da una fazione romana, quella dei metelli, che governava i possedimenti dell´oriente ellenistico e forse sognava il distacco dalla capitale
- le note storiche dell´autore che spiega come di documenti nero su bianco abbiamo quasi nulla e quindi un romanzo ha valore praticamente uguale a una ricerca scientifica, essendo necessariamente entrambi intrisi di supposizioni, interpretazioni, estrapolazioni e interpolazioni.
lo storico (greco) polibio, che partecipó alla guerra, scrisse sull´argomento ma i suoi scritti andarono perduti. poi ci scrisse appiano ma 3 secoli dopo e i suoi scritti ci arrivarono solo ad opera dei frati medievali di ulteriori 1000 anni dopo. altri documenti andarono perduti nel rogo della biblioteca di alessandria.
i romani erano per nulla grafomani... sembra incredibile ma di roma sappiamo poco e niente di provato e certificato (giá spiegava questo DUMEZIL nei suoi saggi). siamo ancora ridotti a dover ricostruire fatti importanti e complessi a partire appena da brevi iscrizioni scolpite, rare e con parole o frasi smozzate