Alla ricerca della fatica perduta

L'allenamento per tutte le altre distanze e la tecnica di corsa
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simone03031986
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Alla ricerca della fatica perduta

Messaggio da simone03031986 »

Ciao,
apro questo thread dopo aver letto l'ultimo numero di Correre in cui si parla della gestione e allenamento alla fatica.
L'articolo è scritto da Pizzolato e mi piace molto. Egli sostiene che sarebbe buona cosa impostare le sedute chiave (o lavori) in modo tale da correrle in uno stato di leggero affaticamento. Parla anche di "allenamento imperfetto" proprio per il fatto che a causa della "fatica" non si riesce a correre la seduta al 100% ma leggermente sotto tono.

Qui vorrei discutere con voi proprio sull'aspetto tecnico della fatica: come la allenate (se la allenate), come la gestite.
La prima cosa che vi chiedo è: come arrivate al giorno con la seduta di qualità? Riposati (e quanto?) oppure cercate il disagio (e come?)
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Ervin
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Re: Alla ricerca della fatica perduta

Messaggio da Ervin »

Lo avevo letto, la domanda che faccio è: se io al giorno della gara ci arrivo fresco e riposato, per quale motivo in allenamento devo simulare (o meglio, mi devo predisporre) una fatica "iniziale" che in gara non avrò??
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simone03031986
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Re: Alla ricerca della fatica perduta

Messaggio da simone03031986 »

La risposta sembra essere per "allenarsi" a gestire la fatica, ammesso e non concesso che sia un parametro allenabile.
C'è tanto di esempi di sedute da eseguire per "cercare" il disagio.
Anch'io cerco di arrivare riposato alla gara e anche ai lavori, ma non tutti la pensano così
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lucaliffo
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Re: Alla ricerca della fatica perduta

Messaggio da lucaliffo »

argomento complesso e probabilmente da non generalizzare.
io spesso faccio fare (specie nel mezz.veloce) cose "da stanchi", ma nell'ambito della stessa seduta.
esempio.
prepariamo un 800, invece di fare 3x400 (rg800) posso fare prima altre cose e per finire un solo 400 da stanco.
invece non mi fido molto di affrontare da stanchi l'intera seduta. molti grandi allenatori ammeregani dicono che questo è un passaporto per l'infortunio e/o uno stallo delle prestazioni.
e c'è anche l'aspetto psicologico: come reagisce la mia psiche a una cosa del genere?
qualcuno (ripeto: qualcuno) può anche reggere e trovare giovamento dal fare 2 lavori consecutivi... ma entrambi devono essere fatti in BUFFER (margine), altrimenti diventa molto pericoloso.
buffer significa che volontariamente mi impongo un rigido sconto, o come volume o come intensità, meglio entrambe.
esempio.
supponiamo di saper fare un medio di 12km a 3'45 e 15x400 a 3'10. possibili soluzioni nelle 2 giornate:
- 12km a 3'55
- 10x400 a 3'10
oppure
- 10km a 3'45
- 15x400 a 3'20
e così via.
allenatore, personal trainer

http://ilcorsarotraining.blogspot.com.br/
chippz
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Re: Alla ricerca della fatica perduta

Messaggio da chippz »

Per me la vera fatica dipende da cose esterne dalla corsa, come il caldo (o il troppo freddo) e la qualità del sonno precedente la seduta.
Se al mattino mi sveglio ancora stanco (sebbene non conosco le cause, ma ci sono giorni che mi alzo alle 07 pimpante e giorni che alle 08:30 ho ancora sonno, boh) allora ho meno voglia di faticare.
Poi altri fattori personali psicologici. Per dire, fare un solo 2000 iniziale anche "lentissimo" e passare ad altro mi stanca psicologicamente di più che sapere di dover fare solo cose brevi.
Oppure anche l'umore del momento.

Per parlare di fatica da "allenamenti", per me dipende anche da come ci si è abituati.
Fino a sei mesi fa ero solito fare anche tre lavori a settimana (di cui due anche consecutivi, ma uno dei due lo facevo limitato di durata), anche 9 corse a settimana (con due o tre bi-giornalieri) e i lenti anche a 4':30" o sotto. Arrivavo alle ripetute stranamente in forma, nel senso che non le sbagliavo mai come tempi o numero.
Ora invece faccio meno uscite di corsa, lenti molto più lenti, solo due lavori distanti tra loro e sono capace di sbagliarli entrambi in una stessa settimana (roba di fare 4x1000 a 3':35"/40" quando sei mesi prima ne facevo 5 a 3':20" facendo il giorno prima un "lento" a 4':20"). Sbagliarli perché per qualche motivo sento troppa fatica.
Il mio ex allenatore diceva che non va bene rallentare i ritmi (parlando dei lenti o dei medi) perché poi ci si abitua a correrli sempre così e di conseguenza si rallenta tutto il resto. Per fortuna non è propriamente così, nel senso che se ora faccio il lento a 5', volendo lo posso fare anche a 4':30" senza stramazzare al suolo. Il fatto è che non riuscirei mai a farlo ogni volta così "veloce".


Comunque gli allenamenti proposti da Pizzo causano fatica anche se fai solo quello in tutta la settimana.. :D
Esempi:
-10x300, rec 200 + 1 km cl + 5/10 km cm
-3 km cv, rec 5' fermi + 5 km cl + 3 km cv + 5' fermi + 5 km cl
-10 km cl + 3 km cv + 5' fermi + 5 km cl + 3 km cv + 5' fermi + 5 km cl
Gym: squat 110k / panca 70k / stacco 145k
Run: 10k 37':40" / 3k 10':22" / 1,5k 4':44" / 0,8k 2':16" / 0,4k 1':00"
Watt: 20' 318 / 10' 344 / 5' 381 / 1' 549 / max 1052
Lucchi 83
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Re: Alla ricerca della fatica perduta

Messaggio da Lucchi 83 »

Ciao, per esperienza con chi ha scritto questo articolo, vi posso dire che la metodologia di allenamento di P. prevede sempre la ricerca di fatica; impostazione su ritmo/fc senza, a mio parere, valutare le varie fasi stagionali, rischio infortunio medio/alto. Facendo così alleni tantissimo (se non ti spacchi) la resistenza un pò meno la velocità perchè il più delle volte arrivi stanco ai lavori veloci.
Però in gara le previsioni sono sempre rispettate.
Meglio fare tutto in una seduta o dividerla in due giorni consecutivi? Si parlava di un libro di J.D. qui nel forum, lui spara doppiette :coolgun: precedute e seguite da mooolto easy run

Secondo me meglio tutto in una seduta e fare pochi giorni di riposo, meglio fare easy run a sensazione. Io soffro tanto il giorno di riposo...
lucaliffo
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Re: Alla ricerca della fatica perduta

Messaggio da lucaliffo »

la ricerca costante di fatica è tipica dei metodi italiani, in tutte le specialità.
ma io penso che 2 metodi che ti fanno fare le stesse prestazioni in gara, è migliore quello in cui fatichi meno o più di rado.
non escludo che a qualcuno (raro) possa adattarsi bene il metodo "italiano" eh...
allenatore, personal trainer

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Lucchi 83
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Re: Alla ricerca della fatica perduta

Messaggio da Lucchi 83 »

verissimo luc,
come recita il motto? max resa minimo forzo
era solo la mia esperienza, avendo provato due metodi molto diversi: penso che alla lunga paghi di più il tuo però.