L'Appiedato ha scritto:La mia fotofobia sta gradualmente peggiorando,
La luce mi crea spesso un senso di ansia e spossatezza, anche quando è artificiale.
In questo periodo quando capitano, come in questi giorni, giornate un po' coperte il mio umore è sollevato e a lavoro "discuto" spesso con un mio collega (quello che mi ha affibbiato il nomignolo de "il sepolcrale )perché sembra non essere in grado di vivere in una stanza con le luce spente, mi pare di stare dal dentista o di essere in un allevamento di polli. Io penso sia uno stato psicologico e mi auguro non sia correlato con veri problemi dell'occhio, la fotofobia può essere causata tra le altre cose al glaucoma e io per questa patologia ho due fattori di rischio: familiarità e miopia. All'ultima visita, l'oculista (poverino) sudò 7 camicie per provarmi la pressione oculare ma sembrò normale ma da allora sono passati quasi 4 anni...devo provvedere
Io sono esattamente l'opposto, quando c'è brutto tempo per 2/3 giorni di fila mi viene la depressione
Oggi ho visto un video di karate in cui dicevano che il karate é uno dei pochissimi sport in grado di insegnare la disciplina e la resilienza.
Mi chiedo se è davvero così o se é solo marketing. Alla fine a modo loro pure gli altri sport lo insegnano, come la corsa, fare 80 o più km a settimana per correrne una decina dopo mesi e mesi. O la bici, cadere rialzarsi e farsi altri 100 km magari finendo in salita. O la palestra, in cui devi lottare col bilanciere per non farti buttare a terra. O gli scacchi, stare 6 ore seduto a guardare delle pedine sapendo di perdere..
Insomma, io che non sono dentro questo sport mi sembra forzata l'affermazione.
Di contro, il bello del karate é che ci si può allenare ovunque, anche a casa (dopo che impari).
chippz ha scritto:Oggi ho visto un video di karate in cui dicevano che il karate é uno dei pochissimi sport in grado di insegnare la disciplina e la resilienza.
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Ma per favore...
Anzitutto il karate sportivo è solo una appendice del karate.
Ma poi quale Karate? L'arte che si praticava nel 1900 ad Okinawa o il corso di Karate per adulti nella palestra comunale di Busto Arsizio?
Come per tutte le cose dipende da come vengono fatte, quasi ogni cosa se viene utilizzata come strumento di crescita personale necessita di disciplina e resilienza a vari livelli
Oggi ho fatto la prima seduta di EMDR con la psicologa.
Visto che era la prima siamo partiti da un semplice ricordo di mia mamma, con la psicologa che mi diceva di guardare tutte le immagini che venivano fuori nella mia testa (SE compariva qualcosa) e descriverle.
Mi fa che è una tecnica potente ma non immediata. Mi fa che lei stessa ci aveva messo 6/7 sedute prima di iniziare a tirare fuori qualcosa.
Io invece ho fatto un volo pindarico partendo da quell'immagine, finendo indietro ai tempi dell'asilo e poi fast-forward fino alle superiori, con tanti spezzoni diversi ma tutti con lo stesso contesto.
E io sento di avere una forte connessione tra conscio e subconscio, il senso di andare dalla psicologa ora è proprio questo. Una sorta di ricerca del "Nirvana", o una ricerca del proprio io a tutto tondo.
Queste sono cose che sarei stato curioso di provare.
Mi ricordo che la psicoterapeuta a cui mi rivolgevo anni fa mi disse che utilizzava anche l'ipnoterapia ma su di me non la provò mai, sarei stato curioso
E' curioso quanto "potenziale" ci sia dentro ciascuno di noi. E' vero che l'inconscio processa informazioni nell'ordine delle decine di milioni, contro le decide del nostro conscio, quindi è sempre portentoso attingere da questa fonte smisurata.
Quello che ancora non ho capito è come mai questa tecnica ti fa recuperare i ricordi (sembra tipo un glitch dell'essere umano, che se fa un lavoro in cui usa entrambi gli emisferi contemporaneamente, attinge al 100% delle sue risorse) e come poter accedere all'inconscio anche nella vita di tutti i giorni.
Ovviamente se non è così facile accedervi è proprio per autolimitarsi (alla fine è una scatola che può contenere tutti momenti di gioia ma pure tutti i vari traumi), però è curiosa proprio questa differenza dell'ordine di milioni. Chessò, già riuscire a usare la propria testa nell'ordine delle migliaia farebbe fare svolte impressionanti alla propria vita (ad esempio nel campo lavorativo, relazionale, ecc).
Lo utilizziamo per l'elaborazione del lutto, inteso come fine di una vita pre infortunio con grave trauma fisico e psichico che ha cambiato la struttura delle relazioni personali. Questo in ambito lavorativo.
Voi credete ai bioritmi? Sto leggendo un libro a riguardo e, sebbene posso accettare che vi siano differenze in base ai periodi, non pensavo esistessero calcoli matematici e che anzi, secondo il libro, le varie affinità tra le persone dipendono principalmente da questi calcoli.
Ho cercato in rete dei calcolatori. Ognuno mi dava valori diversi. Qualcuno dice che attualmente sono nel picco positivo lato fisico (e potrebbe spiegare il non perdere forma nonostante poco allenamento) ma picco negativo lato intellettuale (e questo è falsissimo, ieri con Python ho creato un programma potentissimo che sta in mezzo tra intelligenza artificiale e hacking etico, creato in 3 ore, quindi dubito di essere in down intellettuale ).
Invece altri siti mi dicono l'opposto.
Quindi la domanda è. Sti calcoli dei bioritmi hanno davvero un senso?
)perché sembra non essere in grado di vivere in una stanza con le luce spente, mi pare di stare dal dentista o di essere in un allevamento di polli. Io penso sia uno stato psicologico e mi auguro non sia correlato con veri problemi dell'occhio, la fotofobia può essere causata tra le altre cose al glaucoma e io per questa patologia ho due fattori di rischio: familiarità e miopia. All'ultima visita, l'oculista (poverino) sudò 7 camicie per provarmi la pressione oculare ma sembrò normale ma da allora sono passati quasi 4 anni...devo provvedere
).