Ericradis ha scritto: ↑gio 12 mag 2022, 11:47
Dal punto di vista filosofico hanno delle similitudini perché vogliono rappresentare il metafisico, il mistero, quanto c’é dietro l’aspetto esteriore delle cose. Il surrealismo secondo il suo teorico Breton, esaltava peró soprattutto l’essere spontaneo, il bambino innocente o la follia. (Siamo anche nel periodo delle ricerche di Freud). Dal punto di vista estetico il surrealismo é sicuramente meno formale rispetto al simbolismo che invece ha spesso dei richiami piú classicheggianti e tipicamente dei temi spirituali e religiosi.
io penso che entrambi derivino dalla stessa esigenza di sfogo/manifestazione di un inconscio represso da una realtá non sempre piacevole, ma che col surralismo e l´astrattismo in generale quest´esigenza faccia il "salto di qualitá": dal rappresentare una realtá (a volte perfino estrema, fotografica), pur con aspetti strani/nascosti, si passa a rappresentare direttamente l´irrealtá.
é come se da un sogno cosciente/diurno si passi al sogno durante il sonno (o alla follia, che altro non é che un sogno notturno che si crede diurnamente reale).
ora, in genere questo cambiamento verso un sempre maggiore spazio all´irrazionale viene giudicato una positiva conquista, una "libertá"... io invece, se escludiamo la funzione di sfogo/spurgo (nell´arte o altro), lo vedo come un tragico disastro. da un punto di vista psicoanalitico:
- l´irrazionale sarebbe meglio non si formasse
- se si forma é buono sfogarlo per liberarsene
- ma se manifestandolo, invece di liberartene prende la tua personalitá, sei fottuto
- e se la cosa accade per una buona fetta di popolazione, é fottuta la comunitá