Sto leggendo tutti i romanzi e i raconti di Conan Doyle su Sherlock Holmes, per il momento letto "uno studio in rosso" e "il segno dei 4". Mi stano piacendo molto.
Ormai arenata la lettura de "Storia della filosofia indiana" di Giuseppe Tucci.
[@BellaPiero conosci?]
Il mio cervellino ha una cilindrata troppo bassa per comprendere ed apprendere certe sottogliezze. Personalmente l'ho trovato un testo piuttosto difficile e al netto della difficoltà della materia e della mancanza da parte mia di un background adeguato non mi sembra che l'autore abbia fatto molto per rendere la lettura piacevole. Il libro è intriso di riferimenti a testi impronunciabili (per me) della letteratura indiana opera di commentatori vedici parimenti oscuri ed impronunciabili (sempre per me) e questo ad un non cultore della materia appesantisce la lettura. Il libro si divide in due parti, la prima in cui si passano in rassegna le principali scuole filosofiche indiane senza tuttavia riuscire a delinearle in modo chiaro un po' perchè nulla vi è al mondo di netto un po' perchè per chiarire meglio le posizioni si sarebbe costretti a ricorrere a semplificazioni che evidentemente l'autore vuole evitare ma che per un ignorante come me sarebbero necessarie. La seconda parte propone confronti di stessi concetti (la conoscenza, la divinità, l'io, il tempo e lo spazio, il carma ecc ecc) tra le diverse scuole. All'ennesima dissertazione sul fatto se e come la conoscenza sia in grado di conoscere se stessa ho mollato. Valuterò se riprenderlo in futuro dopo letture più basiche. La filosofia si conferma tuttavia materia che riscuote il mio interesse ma con la quale tutte le volte che mi scontro tendo a fare a pugni perchè ho sempre l'impressione che si cavilli eccessivamente.

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