- sul piano penale potrebbe essere applicabile l'art. 113 c.p. che recita così: "Nel delitto colposo, quando l'evento è stato cagionato dalla cooperazione di più persone, ciascuna di queste soggiace alle pene stabilite per il delitto stesso". Si tratterebbe di un concorso colposo in un delitto doloso che è stato a più riprese ritenuto ammissibile dalla Cassazione. In sostanza, dovrebbero essere incriminate le donne che, a loro volta, hanno trasmesso il virus a mariti e figli. Non a titolo di dolo ovviamente, ma a titolo di colpa. Ma lo faranno? Non credo...
- sul piano civile l'obbligazione risarcitoria è a carico di chi ha materialmente commesso il danno, risalendo via via fino alla fonte originaria. Vale a dire, i terzi contagiati hanno azione diretta verso le loro compagne/madri, che eventualmente poi potranno rivalersi sull'<<untore>>. Se ci sono assicurazioni sulla vita o sanitarie, prevedo che le compagnie daranno battaglia in tribunale, addossando l'evento contagio all'assicurato (fatto cagionato per imprudenza della stessa).
Sul piano morale, una vera situazione di merda.
Una volta c'erano dei colleghi sparsi per il forum. Cosa ne pensano?

