Ieri sera mentre decidevo quali scarpe usare per andare in palestra mi sono accorto che TUTTE le scarpe che ho sono grandi. Persino delle scarpe che avevo preso ancora quando andavo a scuola ci sta un mezzo dito dietro.
Tutte tranne un paio, un 44, che mi sta preciso.
Non capisco se mi si è ridotto il piede. E' comunque anche una conseguenza del tda, visto che ai tempi della lesione si era gonfiato quindi dovevo portare scarpe più grandi, ma più passano gli anni e più prendevo scarpe grandi.
Quindi sono partito con i miei soliti ragionamenti psico-chippzici e ho pensato che magari questa potrebbe essere una mia "ribellione" verso me stesso verso quando correvo. Come degli handicap auto-inflitti (come le scarpe A4 che usavo anni fa, che mi dicevano che erano pesantissime per la mia corporatura) e questi handicap probabilmente erano qualcosa per dimostrare la mia avversità verso certe specialità, verso certe distanze. Verso il mezzofondo.
Ho iniziato a correre pensando alle lunghe distanze, tutti dicevano ero portato per i 10 km, a me piacevano i 10 km. Poi al passaggio alla ex-ex società c'è stata la svolta più grande della mia "carriera" atletica. Il passaggio forzato dai 10 km al mezzofondo (800/1500/3000). E da questo passaggio iniziai a prendere scarpe sempre più grandi. E da questo passaggio iniziarono a comparire i primi sintomi della lesione, quindi scarpe ancora più grandi.
Quindi ho ripensato ai fatti principali che mi hanno portato a questi cambiamenti, come gli ex compagni di squadra che dicevano che avevo scarpe troppo pesanti e l'allenatore che mi diceva che prima di fare i 10 km dovevo allenarmi per 800/1500/3000.
Quindi tutte le pressioni che mi sobbarcavo pensando in gigante.
Potrebbe spiegare il mio famoso conflitto tra mezzofondo e fondo, visto che non mi sono mai riuscito a decidere su una singola specialità.
E ho pensato che se al posto di trovare l'ex-ex allenatore ne avessi trovato un altro a quest'ora starei ancora correndo, puntando esclusivamente ai 10 km correndo senza sapere una cippa del resto e senza volermi informare. E per come sono ora, sarebbe stata una cosa molto negativa.
Ecco, questi sono i ragionamenti che mi sono fatto ieri sera.
Non credo alle coincidenze, ma non è la prima volta. E' venuto a mancare il mio ex-ex allenatore, colui che aveva piantato i semi dei miei cambiamenti.
Proprio quando sono arrivato a capire, ad accettare il fatto che abbia passato anni di atletica pensandomi una persona diversa o comunque allenandomi per qualcosa che in realtà non sono stato io a decidere di voler davvero fare (ma che questo fatto mi ha portato dove sono ora e ne sono soddisfatto), nello stesso istante l'allenatore che mi ha permesso ciò è passato a miglior vita.
Come se vivessi in un romanzo, in cui finisce il capitolo e buona notte.
