Vero, sarebbe curioso vedere anche la differenza economica della famiglia tra il primo fratello e Henrik.lucaliffo ha scritto: ↑gio 16 dic 2021, 10:51e boh?chippz ha scritto: ↑gio 16 dic 2021, 10:31 Domanda 1: anche la ragazzina da piccola faceva sci di fondo con i fratelli (non mi ricordo più)?
Domanda 2: tutta questa voglia di allenarsi e competere è una cosa intrinseca del loro dna o è causata dal clima familiare? Perché il primo fratello non ha avuto la stessa passione di Henrik?
la voglia di allenarsi e competere non credo proprio sia intrinseca del dna.
ma occorrerebbe studiare la situazione socio/economico/antropologica della famiglia e dell´ambiente in cui vivono.
ad esempio pare che all´estero il fare atletica 4 ore al giorno non ostacoli i rapporti sociali (divertimenti, amici, fika) come in italia...
e gli sbocchi lavorativi? se mi va male con l´atletica cosa faró da grande? cosa fanno e quanti sordi c´hanno gli ingebrigtsen-genitori?
Nella puntata che ho visto ieri dicevano che il padre li faceva fare qualsiasi sport volessero, ed era lui da solo che copriva tutti i ruoli (sponsor, allenatore, macchinista, manutentore equipaggiamenti, ecc).
Però non capisco se il boom è avvenuto grazie ad un qualche boom economico della famiglia (più attrezzature, più riconoscimenti) o se è perché è il padre che da Henrik ha iniziato a "costringere" i figli ad allenarsi (non mi pare i fratelli prima di Henrik facessero sci di fondo nel parcheggio prima di andare a scuola).
Il punto è che qua in italia soldi e supporto sembrano non contribuire alla crescita/motivazione dell'atleta. Oppure è perché stiamo guardando solo una minuscola percentuale di famiglie nel mondo e magari la vera motivazione è davvero economica e nasce dalla prima infanzia.
Esempio:
-gli Ingebrigtsen potevano soddisfare qualsiasi loro richiesta lato sport, indipendentemente da cosa (inizialmente sci di fondo, e costa tanto, ma vedi che ora il fratello più piccolo fa calcio), quindi sono cresciuti con la consapevolezza di non doversi mai preoccupare di eventuali problemi economici inerenti allo sport (una sorta di Eddie Hall in miniatura) e quindi la loro motivazione è sempre rimasta al top (tipo Ingrid che era contenta di essersi infortunata perché così si sentiva ancora maggiormente un'atleta).
-invece magari per il restante 90% della popolazione che non ha a disposizione soldi infiniti magari si sono creati "shock" infantili che hanno fatto crollare la motivazione per il resto degli sport (mi viene da pensare a me che il primissimo sport da piccolo fu basket, ma proprio quel giorno in cui i miei mi hanno iscritto c'era Paolo Bonolis che veniva nel mio paese e io volevo andare a salutarlo -è stato un trauma!-, quindi non mi è mai nata la motivazione per fare sport -infatti dopo 6 mesi mi rifiutai di continuare e ci ho messo tipo 8 anni prima di fare un altro sport -atletica-, oppure la ragazzina che aveva già un posto nell'elite nazionale nel pattinaggio ma i suoi non l'hanno più fatta continuare per i prezzi troppo elevati, sebbene poi la mamma era una super sportiva quindi ha sempre provato a farle fare migliaia di altri sport.. ma senza riuscire a crearle motivazione).
Oh, poi magari ho scritto tante cavolate e la motivazione è altra o un mix di N fattori.. chissà.
Chiaro che poi dalla maggiore età in poi, uno la motivazione se la trova da solo con o senza soldi e supporto.