Il fatto del giorno!

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Re: Il fatto del giorno!

Messaggio da lucaliffo »

GioPod ha scritto: lun 11 nov 2019, 22:55 Aspetta, ma prima di tutto: non sei più sovranista?
definizione?
leggo i siti "sovranisti" e articolisti e commentatori sono ormai tutti imprenditori fascisti.
bannon si definisce sovranista.
allora mi pare che PER ME devo trovare un altro termine...
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Re: Il fatto del giorno!

Messaggio da lucaliffo »

bolsonaro é vulcanico! una al giorno...

nuova legge per il lavoro giovanile. stimolare le assunzioni fino ai 29 anni (solo per salari bassi, fino a 1.5 minimi) con agevolazione per 2 anni alle imprese: azzeramento dell´inps a carico delle imprese... ma... bisogna chiudere il buco di 10mld cosí creato all´inps... soluzione geniale: facciamo pagare contribuzione inps ai cassintegrati!!! cassa integrazione tagliata del 7.5%.
quindi piú soldi agli imprenditori e meno ai cassintegrati, "diversamente robin hood" diciamo.
il governo prevede 1.8mln di nuovi posti di lavoro in 2 anni... io non ci credo, secondo me le imprese licenzieranno gente per assumerne col nuovo contratto inps-free.
fra 2 anni vedremo...
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spiritolibero
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Re: Il fatto del giorno!

Messaggio da spiritolibero »

lucaliffo ha scritto: mar 12 nov 2019, 14:08
GioPod ha scritto: lun 11 nov 2019, 22:55 Aspetta, ma prima di tutto: non sei più sovranista?
definizione?
leggo i siti "sovranisti" e articolisti e commentatori sono ormai tutti imprenditori fascisti.
bannon si definisce sovranista.
allora mi pare che PER ME devo trovare un altro termine...
Non so chi segui ma io ti suggerisco di seguire lui
https://twitter.com/Comunardo?ref_src=t ... r%5Eauthor
https://www.youtube.com/watch?v=Vg6kjbHII2k

E anche il blog di Barra Caracciolo. Ostico però perché molto tecnico (e anche un po' grafomane :P )
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GioPod
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Re: Il fatto del giorno!

Messaggio da GioPod »

Quando sento parlare di export tessile italiano mi incazzo. L'Italia è sempre stata una potente industria manifatturiera, con centinaia di migliaia (probabilmente numeri a 7 cifre) di impiegati nel tessile. Ora è per lo più la sede creativa/marketing, la stragrande maggioranza di salariati del tessile sono all'estero per via della DELOCALIZZAZIONE.
Spiego in soldoni.
Per sintesi e comodità espositiva utilizzo una proporzione semplice, ma non lontana dalla realtà.
Del fatturato del TESSILE un terzo è da imputare ai materiali, un terzo alla confezione, un terzo ai ricavi e stipendi degli impiegati delle altre fasi che non siano le prime due.
La confezione italiana praticamente non esiste più (come negli altri paesi europei, ma in Italia occupava come detto tantissima gente) tutte le lavorazioni di cucitura e assemblamento dei vari materiali per l'abbigliamento sono delocalizzate all'estero. Quando hanno convenienza e numeri sufficienti sono spostate in Oriente (Cina, Bangladesh, Pakistan, India, Thailandia ecc.), quando va bene nei paesi dell'Europa dell'Est o del Nord Africa. Ieri parlavo giusto con un'azienda lituana (!) che confeziona per la GIORGIO ARMANI.
Quindi un terzo della fatturazione è imputabile a costi che vanno FUORI dal l'Italia, e con essi migliaia e migliaia di posti di lavoro.
L'altro terzo è rappresentato dai materiali (tessuti e accessori). Quando la confezione è lontana migliaia di km ha poco senso utilizzare tessuti e materiali italiani, ci sarebbe un costo logistico importante. Anche perché i confezionisti orientali soprattutto in Cina hanno costruito e alimentato un mercato di materiali potentissimo e florente. Una volta che la confezione è in Estremo Oriente GIOCO FORZA anche i materiali provengono da là. E non credete al fatto che di là ci siano solo materiali scadenti, al contrario le migliori aziende tessili sono là, spesso con i macchinari più evoluti e più performanti. Quindi un altro terzo se ne è andato. Con tutti i posti di lavoro che ne CONSEGUONO. Anche qua dietro alla produzione di tessuti c'è un mondo di aziende e lavorazioni, filature, tintorie, finissaggi, applicazioni varie, altre centinaia di migliaia di posti di lavoro andati in fumo.
Se del terzo che rimane togliete gli utili, resta poco sul territorio italiano, anche perché pochi sono i posti di lavoro che servono quando básicamente fai quasi il commerciante. Lo stilismo, il marketing, la modellistica, poco altro.
Quando si dice che la voce del tessile nelle esportazioni riveste ancora una discreta importanza sono fandonie belle e buone
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Re: Il fatto del giorno!

Messaggio da lucaliffo »

GioPod ha scritto: mar 12 nov 2019, 22:19 Quando sento parlare di export tessile italiano mi incazzo. L'Italia è sempre stata una potente industria manifatturiera, con centinaia di migliaia (probabilmente numeri a 7 cifre) di impiegati nel tessile. Ora è per lo più la sede creativa/marketing, la stragrande maggioranza di salariati del tessile sono all'estero per via della DELOCALIZZAZIONE.
Spiego in soldoni.
Per sintesi e comodità espositiva utilizzo una proporzione semplice, ma non lontana dalla realtà.
Del fatturato del TESSILE un terzo è da imputare ai materiali, un terzo alla confezione, un terzo ai ricavi e stipendi degli impiegati delle altre fasi che non siano le prime due.
La confezione italiana praticamente non esiste più (come negli altri paesi europei, ma in Italia occupava come detto tantissima gente) tutte le lavorazioni di cucitura e assemblamento dei vari materiali per l'abbigliamento sono delocalizzate all'estero. Quando hanno convenienza e numeri sufficienti sono spostate in Oriente (Cina, Bangladesh, Pakistan, India, Thailandia ecc.), quando va bene nei paesi dell'Europa dell'Est o del Nord Africa. Ieri parlavo giusto con un'azienda lituana (!) che confeziona per la GIORGIO ARMANI.
Quindi un terzo della fatturazione è imputabile a costi che vanno FUORI dal l'Italia, e con essi migliaia e migliaia di posti di lavoro.
L'altro terzo è rappresentato dai materiali (tessuti e accessori). Quando la confezione è lontana migliaia di km ha poco senso utilizzare tessuti e materiali italiani, ci sarebbe un costo logistico importante. Anche perché i confezionisti orientali soprattutto in Cina hanno costruito e alimentato un mercato di materiali potentissimo e florente. Una volta che la confezione è in Estremo Oriente GIOCO FORZA anche i materiali provengono da là. E non credete al fatto che di là ci siano solo materiali scadenti, al contrario le migliori aziende tessili sono là, spesso con i macchinari più evoluti e più performanti. Quindi un altro terzo se ne è andato. Con tutti i posti di lavoro che ne CONSEGUONO. Anche qua dietro alla produzione di tessuti c'è un mondo di aziende e lavorazioni, filature, tintorie, finissaggi, applicazioni varie, altre centinaia di migliaia di posti di lavoro andati in fumo.
Se del terzo che rimane togliete gli utili, resta poco sul territorio italiano, anche perché pochi sono i posti di lavoro che servono quando básicamente fai quasi il commerciante. Lo stilismo, il marketing, la modellistica, poco altro.
Quando si dice che la voce del tessile nelle esportazioni riveste ancora una discreta importanza sono fandonie belle e buone
infatti il tessile é voce importante anche delle importazioni.
lavoro e produzione reale si delocalizza, la casa-madre in italia rivende (e figura come esportazione), contabilizza utili con cui paga tasse che servono a mantenere i disoccupati.
insomma il piano era quello di trasformarci in un palazzo imperiale di nullafacenti (la famosa frase di prodi)... ma qualcosa é andato storto. e non poteva non andare storto.
la situazione fu riassunta magistralmente da questa qua:

"la globalizzazione consiste nel vendere prodotti fatti da degli schiavi a dei disoccupati" (marine le pen)
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Re: Il fatto del giorno!

Messaggio da GioPod »


lucaliffo ha scritto:
GioPod ha scritto: mar 12 nov 2019, 22:19 Quando sento parlare di export tessile italiano mi incazzo. L'Italia è sempre stata una potente industria manifatturiera, con centinaia di migliaia (probabilmente numeri a 7 cifre) di impiegati nel tessile. Ora è per lo più la sede creativa/marketing, la stragrande maggioranza di salariati del tessile sono all'estero per via della DELOCALIZZAZIONE.
Spiego in soldoni.
Per sintesi e comodità espositiva utilizzo una proporzione semplice, ma non lontana dalla realtà.
Del fatturato del TESSILE un terzo è da imputare ai materiali, un terzo alla confezione, un terzo ai ricavi e stipendi degli impiegati delle altre fasi che non siano le prime due.
La confezione italiana praticamente non esiste più (come negli altri paesi europei, ma in Italia occupava come detto tantissima gente) tutte le lavorazioni di cucitura e assemblamento dei vari materiali per l'abbigliamento sono delocalizzate all'estero. Quando hanno convenienza e numeri sufficienti sono spostate in Oriente (Cina, Bangladesh, Pakistan, India, Thailandia ecc.), quando va bene nei paesi dell'Europa dell'Est o del Nord Africa. Ieri parlavo giusto con un'azienda lituana (!) che confeziona per la GIORGIO ARMANI.
Quindi un terzo della fatturazione è imputabile a costi che vanno FUORI dal l'Italia, e con essi migliaia e migliaia di posti di lavoro.
L'altro terzo è rappresentato dai materiali (tessuti e accessori). Quando la confezione è lontana migliaia di km ha poco senso utilizzare tessuti e materiali italiani, ci sarebbe un costo logistico importante. Anche perché i confezionisti orientali soprattutto in Cina hanno costruito e alimentato un mercato di materiali potentissimo e florente. Una volta che la confezione è in Estremo Oriente GIOCO FORZA anche i materiali provengono da là. E non credete al fatto che di là ci siano solo materiali scadenti, al contrario le migliori aziende tessili sono là, spesso con i macchinari più evoluti e più performanti. Quindi un altro terzo se ne è andato. Con tutti i posti di lavoro che ne CONSEGUONO. Anche qua dietro alla produzione di tessuti c'è un mondo di aziende e lavorazioni, filature, tintorie, finissaggi, applicazioni varie, altre centinaia di migliaia di posti di lavoro andati in fumo.
Se del terzo che rimane togliete gli utili, resta poco sul territorio italiano, anche perché pochi sono i posti di lavoro che servono quando básicamente fai quasi il commerciante. Lo stilismo, il marketing, la modellistica, poco altro.
Quando si dice che la voce del tessile nelle esportazioni riveste ancora una discreta importanza sono fandonie belle e buone
infatti il tessile é voce importante anche delle importazioni.
lavoro e produzione reale si delocalizza, la casa-madre in italia rivende (e figura come esportazione), contabilizza utili con cui paga tasse che servono a mantenere i disoccupati.
insomma il piano era quello di trasformarci in un palazzo imperiale di nullafacenti (la famosa frase di prodi)... ma qualcosa é andato storto. e non poteva non andare storto.
la situazione fu riassunta magistralmente da questa qua:

"la globalizzazione consiste nel vendere prodotti fatti da degli schiavi a dei disoccupati" (marine le pen)
È proprio così. La Le Pen ha ragionissima. Non possiamo essere Solo consumatori, dobbiamo anche essere produttori per avere gli stipendi per poter comprare.
È la stessa cosa che dice il cattivissimo TRUMP e che sta mettendo in atto
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Re: Il fatto del giorno!

Messaggio da lucaliffo »

comunque vale anche al contrario eh... tipo la germania delocalizza in italia la produzione di pezzi meccanici.
ma diciamo che facendo un bilancio totale non ci conviene, alla lunga.
senza contare che a volte le case-madri italiane se ne vanno pure loro...
ma é possibile blindare le frontiere, un neo protezionismo ferreo? trump lo sta facendo veramente? ci riuscirá, ammesso che lo stia facendo veramente?
per questo penso che l´unica cosa da fare sia uscire dall´euro (moneta).
svaluti 40% e impiantare una fabbrica in ungheria ti costa il 40% in piú...

il brasile é sempre stato abbastanza protezionista, dazi alti, e le industrie venivano qui ad installarsi. questo conveniva al brasile, alle imprese ma NON alla nazione americana.
allora per favorire gli americani:
- negli anni 90 cardoso mantenne i dazi ma anche un valore del real assurdamente alto (e infatti la bil.comm.bilaterale volse a favore degli usa)
- bolsomerda lascia fluttuare il real ma elimina i dazi. diverse fabbriche americane stanno chiudendo in brasile.

lula invece faceva fluttuare il real e manteneva i dazi: win-win per il brasile ;)
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Re: Il fatto del giorno!

Messaggio da spiritolibero »

Scusa Luc, devi capire che le notizie qui in Italia arrivano con molti fusi orari di ritardo. Non mi ero reso conto della gravità di quanto sta accadendo in Sudamerica, preso anche dalle vicende ci casa nostra. Roba veramente da anni 60-70: Morales è stato fatto cadere perché ha nazionalizzato molte aziende estrattive di risorse. Questo ovviamente all'élite capitalistica non sta affatto bene e supportata dagli USA ha realizzato questo colpo di stato.
Silenzio quasi tombale dalle nostre parti, così come non si parla più delle proteste in Cile, e della conseguente violenta repressione, e dell'Ecuador dove il governo è stato costretto alla fuga dalla capitale.
In Brasile gli viene più difficoltoso ricorrere a questi mezzi, essendo un Paese molto più grande e strutturato. Avrebbe tutte le potenzialità per essere il contrappeso naturale degli USA ma questo non accadrà mai, a meno di non cambiare la mentalità e cultura verde oro che non mi sembra "dominante" e "competitiva". Il che è anche positivo altrimenti la guerra sarebbe stata più che scontata.
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Re: Il fatto del giorno!

Messaggio da lucaliffo »

i media itaGliani fanno schifo, vi tengo informati io!
solo che qua le notizione si susseguono alla velocitá della luce, non gli sto appresso! :joint:

1) bolivia. centinaia di migliaia di indios pro-evo circondano il parlamento. ambasciata americana evacuata.

2) brasile:
- ambasciata venezuelana invasa e devastata dai fasci
- in soli 5 giorni l´approvazione a lula sale dal 34 al 40%
- la TV BAND fa accordo strategico con la tv di stato cinese (azz...)
- arrivato il nuovo pontefice massimo

https://www.brasil247.com/mundo/xi-jinp ... a-do-brics
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Re: Il fatto del giorno!

Messaggio da Zedemel »

lucaliffo ha scritto: mer 13 nov 2019, 12:56
- in soli 5 giorni l´approvazione a lula sale dal 34 al 40%
mò intanto si beccano qualche altro anno di bolsonaro, si son svegliati.

Ma non ho capito. Bolsonaro in campagna elettorale diceva le cose che poi avrebbe fatto, o ha raccontato il contrario per farsi votare?
Mutante sovrumano