Stavo ascoltando questa intervista a Leporati,
Linko il video ad un passaggio preciso perché la risposta a questa domanda mi ha lasciato piuttosto perplesso ma d'altra parte c'è chi già lo plaude proprio per questa ultima parte.
[Se non sono riuscito a linkare giusto il momento parte dal minuto 28 e 30"]
https://youtu.be/sKCqXXQkW0k?si=BBxtcg1 ... 6#t=28m30s
Quando parla di "eventi sostenuti dalla potenza muscolare e quindi dai meccanismi più nobili" che diamine intende? Sarebbe bello che questi tecnici si esprimessero anche con correttezza semantica; potenza muscolare vuol dire poco perchè la potenza è una grandezza fisica, esprime una quantità di energia, in questo caso prodotta dai muscoli, in una unità di tempo; c'è potenza in un 100m come in una 100km.
Intende parlare di energia anaerobica (perchè sarebbe più nobile) contrapposta ad energia aerobica? Se così fosse già in un 800 dai 30m in poi il supporto all'azione della seconda diventa nettamente preponderante sulla prima. Si riferisce a caratteristiche muscolari? Se sì, che io sappia, la percentuale di fibre lente o rapide dipende dalla mamma ma mentre le prime non possono trasformarsi nelle seconde, alcune di quelle rapide possono adattarsi per lavorare come quelle lente ma poi tornare indietro è dura; quindi bisognerebbe saper scegliere in tempo e non arrivarci per contrarietà. Per il resto io rimango perplesso, non mi sembra che sugli altipiani africani si viaggi forte nel mezzofondo prolungato perchè si fanno distanze inferiori fino alla pubertà (parla addirittura di 17 anni).
Io nella mia modestissima esperienza vedo gruppi di mezzofondisti cadetti [ndr. Ho dovuto chiedere perché non avevo capito fossero mezzofondisti] che però fanno molti pochi giri quindi non penso proprio che sia la prematura specializzazione il problema. Secondo me ci siamo già passati dalla fase in cui i mezzofondisti si allenavano da velocisti e viceversa e mi pare che di buono ne sia nato poco; ora forse le cose stanno cambiando, non vorrei si tornasse indietro.
PS "carina" anche la sufficienza con cui commenta il nuovo record italiano di maratona