FRASI FAMOSE...

[chippz]

Boh, in sto periodo sto pensando davvero alla religione.
Razionalmente é sbagliato sacrificarsi per terzi, specie se non sono della tua famiglia, inoltre il concetto di "fare del bene" é effimero e soggettivo (io posso pensare di fare del bene facendo x ma invece per quella persona serve y).
Quindi tutto riconduce alla mera speranza.
Gesù ha dato la vita per "fare del bene agli altri", ma alla fine realisticamente non ha fatto nulla, a parte appunto dare speranza.
E la speranza è una illusione, ma se non lo dici le persone ci credono.

Ed ecco che sta frase diventa fortissima. Se non si ragiona razionalmente davvero sembra come se ognuno può essere libero di fare ciò che vuole come vuole (appunto soffrire per far del bene).
E se tutto ciò é un'illusione, allora pure la sofferenza é un'illusione e allora resta solo il vivere come si vuole.

[Darth Elius]

Non sono famose ma leggendo i libri di Conan Doyle su Sherlock Holmes sto trovando tanti aforismi interessanti.


"La mediocrità non conosce nulla di più alto di se stessa ma il talento intuisce immediatamente il genio..."

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[lucaliffo]

sono stato nominato per il nobel della fisica 2024:

(in brasile) nulla si crea, nulla si trasforma, tutto si distrugge

[sabba]

"Hard work beats talent when talent fails to work hard"

Si applica ad atleti che conosciamo?

Vale anche da sprone a continuare a farci il mazzo in allenamento, anche in condizioni difficili.

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[NicolaRossi1]

Secondo me no.

O meglio, fra due livelli di talento molto simili (<5% di differenza in termini prestativi) vince chi si fa il mazzo, ma il talento in sport di prestazione conta per il 95%.

A Luglio un nostro mezzofondista che seguivamo in società (1.47 negli 800) dopo essersi ritirato, nei postumi di rientro da operazione al crociato (corre 2v a settimana) e con 10Kg in più, é venuto in pista a fare compagnia a dei mezzofondisti per un lavoretto.
Risultato: loro finiti distrutti e lui quasi fresco e in piu dalla 5^ ripetuta li ha bastonati senza ritegno.

[L'Appiedato]

Escludiamo gli estremi, sia le differenze infinitesimali tra due pari dotati che possono essere dovute a mille fattori, sia la differenza che si crea tra il fenomeno in sovrappeso che fuma e beve e il normodotato che si allena e cura come il gambino di un santo
Questa affermazione è per me falsa o molto poco vera e la dicono solitamente 2 categorie di atleti;
-gli scarsi per darsi un po' di morale perchè è dura accettare di essere nati senza doti e soprattutto accettare il fatto che la cosa non si può cambiare
-chi eccelle perchè pare riduttivo ammettere che il proprio successo derivi anche da una grande fortuna genetica.
Il fatto è che se prendi i migliori atleti tutti si allenano tanto, tutti si allenano bene, tutti hanno la mentalità, la differenza vera la fa la genetica.

[chippz]

Da amante di Dragonball direi di sì, ma realisticamente risponderei "dipende". Anche perché poi spesso il "talento" NON è eccellere in una disciplina, ma piuttosto reggere carichi di allenamento mostruosi (tempo e qualità) recuperando velocissimo e senza infortunarsi né andare in burnout fisico o mentale.

E Goku che diceva questa citazione in realtà non sapeva che lui era già molto più talentuoso degli altri.

Poi ovvio c'è gente che si allena la metà degli altri e rende meglio, ma anche qua magari il riposo del primo produce effetti nettamente migliori del secondo o magari il fisico del primo ha bisogno della metà degli stimoli dell'altro e così via.
E forse gli sport, essendo di natura competitivi, soffrono di questi falsi miti. Il brutto è che chi non nasce Kipchoge o Pogacar non lo diventerà mai, il bello è che anche uno comune ottiene comunque risultati che meno dell'1 percentile della popolazione riuscirebbe a fare.. solo che poi va a guardare il mito di turno e pensa di non essere all'altezza.
Non tutti devono diventare Super Sayian!

[salvassa]

-gli scarsi per darsi un po' di morale perchè è dura accettare di essere nati senza doti e soprattutto accettare il fatto che la cosa non si può cambiare
-chi eccelle perchè pare riduttivo ammettere che il proprio successo derivi anche da una grande fortuna genetica.
Il fatto è che se prendi i migliori atleti tutti si allenano tanto, tutti si allenano bene, tutti hanno la mentalità, la differenza vera la fa la genetica.

esattamente, da un lato è deprimente. Dall'altro se uno riesce a fare pace con sé stesso è liberatorio anche se non soprattutto da amatore: uno si allena al meglio, l'outcome non dipende da lui...

ovvio che io sono il primo a dire così ma poi ogni gara andata di merda (o non come speravo) diventa io sono una merda che non mi sono allenato abbastanza etc

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[Zedemel]

Concordo con Appiedato.
Non escludo che un non talentuoso potrebbe ottenere risultati migliori facendo tanto e tutto perfetto, però in quasi tutti subentra il tirare i remi in barca, un compromesso sostenibile, quando vedi che l'élite è lontano anni luce.

[L'Appiedato]

-gli scarsi per darsi un po' di morale perchè è dura accettare di essere nati senza doti e soprattutto accettare il fatto che la cosa non si può cambiare
-chi eccelle perchè pare riduttivo ammettere che il proprio successo derivi anche da una grande fortuna genetica.
Il fatto è che se prendi i migliori atleti tutti si allenano tanto, tutti si allenano bene, tutti hanno la mentalità, la differenza vera la fa la genetica.

esattamente, da un lato è deprimente. Dall'altro se uno riesce a fare pace con sé stesso è liberatorio anche se non soprattutto da amatore: uno si allena al meglio, l'outcome non dipende da lui...

ovvio che io sono il primo a dire così ma poi ogni gara andata di merda (o non come speravo) diventa io sono una merda che non mi sono allenato abbastanza etc

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Salva io mi rivedo molto in te.
È quello che mi ripeto, per certi periodi riesco a pensare veramente in quel modo ma tante volte l'idea della si insinua