Ottimo articolo nei contenuti, magari un po' timoroso in alcuni passaggi. A mio avviso non bisogna avere paura di dire che molti provvedimenti adottati, non solo dal governo centrale ma anche dalle regioni e dai comuni, sono un abuso e non sono motivati dell'emergenza in sé.
Pensiamo solo alla Sicilia, non vi era alcuna ragione per emettere quel tipo di ordinanza restrittiva. La situazione non è nemmeno lontanamente paragonabile a Lombardia, Emilia e Veneto.
Ad ogni modo, non solo in questo hanno messo la Costituzione sotto ai piedi. Pensiamo alla polemica in corso sul fatto che il Governo non venga a riferire in Parlamento prima dell'importantissimo vertice europeo del 23 aprile. Essendo la nostra una Repubblica parlamentare, l'organo costituzionale principe, eletto dai cittadini, avrebbe tutto il diritto di esprimersi con un atto di indirizzo, per espressa norma di legge e per naturale buon senso.
Invece il governo se ne fotte alla grande. Forse farà un passaggio rapido con una mera informativa che nei fatti non serve a nulla.
Questo è un grosso vulnus, perché significa dare una delega in bianco a chi andrà a trattare in sede europea. Ma ciò non è possibile, essendo il controllo preventivo del Parlamento il contrappeso per il fatto che in materia di trattati internazionali non è consentito il referendum abrogativo.
Mi viene da sorridere quando bacchettiamo Orban e l'Ungheria. Dovremmo prima di tutto guardare a ciò che succede in casa nostra e poi puntare l'indice altrove. Tutti si professano cattolici, ma mi sa che pochi leggono il vangelo:
Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Luca 6,39-45
Peraltro, in materia di diritto pubblico, non possiamo neanche storicamente impartire lezioni a nessuno.
*habeas corpus
Per i non giuristi si tratta di una locuzione latina in uso presso le corti medioevali britanniche, volta a tradurre l'accusato davanti al giudice in modo che questi ne verificasse le condizioni personali e da evitare se del caso un'ingiusta detenzione.
Il principio di "inviolabilità" della persona, già di uso consuetudinario, fu codificato per la prima volta nella Magna Carta Libertatum del 1215: "Nessun uomo libero può essere arrestato, imprigionato [...] o danneggiato in alcun modo, eccetto dal giudizio legale dei suoi pari e dalla Legge del Paese"
Ci si riferiva in particolare alle persone di alto rango, ma poi nel corso dei secoli venne per estensione applicato a tutti.
