I posti letto sono da qualche anno pochi ovunque in seguito alla chiusura e accentramento delle strutture.Lord_Phil ha scritto: ven 17 apr 2020, 9:42Grazie per la testimonianza live.Ericradis ha scritto: gio 16 apr 2020, 21:39lucaliffo ha scritto: gio 16 apr 2020, 17:12 attenzione!
dati ufficiali istat al 28/3.
1) ho scaricato la tabella che compara la mortalitá totale marzo20 e marzo19:
- quest´anno é mediamente doppia (con punte molto piú alte nelle zone rosse)
- ma sarebbe giusto comparare non con marzo19 bensí con gennaio17 quando un´"influenza" fece 20.000 morti
- nella tabella ci sono solo i 1450 comuni che hanno una mortalitá almeno 20% maggiore rispetto a marzo19 (e i 4400 comuni che ce l´hanno minore?)
2) qui sotto la nota dell´istat. sul sito ci sono anche le tabelle che comparano i primi 3 mesi con quelli degli anni scorsi. la nota spiega che "in diversi comuni non si ravvisa un aumento, ma piuttosto una diminuzione del numero dei morti, rispetto al dato medio dello stesso periodo degli anni 2015-2019. "
quindi é possibile che siano veri i dati dei "complottisti" secondo i quali FINORA la mortalitá dall´inizio dell´anno non é stata maggiore nell´aggregato nazionale. tuttavia:
- potrebbe diventare maggiore nelle prossime settimane/mesi
- potrebbe essere stata maggiore senza lockdown
- questo non toglie la situazione drammatica nelle zone rosse
https://www.istat.it/it/files//2020/03/ ... le_def.pdf
Mi pare di capire, però, che se malati da Lodi e Cremona vengono portati a Como (immagino), il problema è proprio non avere ospedali attrezzati in quelle città /province, e cosi si accumulano tutti in pochi centri. No?
A Lodi e Cremona, primo grande focolaio, in ospedale c’erano i normali degenti che occupavano gran parte dei posti letto. L’aumento repentino dei covid ha saturato rapidamente i reparti, prima di poterli riorganizzare dimettendo il più possibile e convertendo reparti in strutture covid. È per questo che, in principio sono arrivati pazienti extraprovincia. Come sono arrivati anche da Bergamo. Esiste una rete che permette di distribuire i pazienti in base alle disponibilità dei vari centri. Alcuni pazienti (di terapia intensiva) sono stati spostati anche da qui verso Milano, Vigevano, San Raffaele quando i posti erano pieni. Già prima dell’emergenza c’era la massima “razionalizzazione delle risorse” tradotto “non ci sono più soldi”.


